mercoledì 17 novembre 2010

COSA PUO' FARTI UN VERO SORRISO !

 
Vedendo quel sorriso, così spontaneo come l'acqua vitale che sgorga a pozze,
quando la somiglianza con le mie fibre e quelle del tuo specchio donna che con te è lì il solo,
un attimo di pace nel celere scorrere del tempo improvviso già passato e improvvisato
si impone all'attenzione attentata dalla routine dei gesti sempre uguali a se stessi.

E lì il centro di gravità che cercavi, è lì il tuo puntino fisso inchiodato alla carne,
non hai più sotto ai piedi una terra interrata e contenente un centro di puro calore,
perché sarà lì proprio come fuoco al calore e non sfocato dal voler raggiungere orizzonti,
solo attrazione sopra di te, e davanti a te, spazio congelato di immensa contemplazione.

Un bambino è continuare a parlare di te stesso con la lingua del tirarti fuori ogni giorno,
una bambina un'impronta digitale del Dio eternamente viandante su questa terra,
un ricordo di come potresti essere quando l'unica cosa che vorresti è proprio là,
e ti chiedi stupito di quanta vita indietro indietreggia davanti all'appena nato.

Forse è vera quella verità che dalla metà di una vita media in qua c'è l'ingenuità
e dal punto mediano in avanti scopri ogni giorno di più l'acciaccata maturità,
però ora, quest'oggi, sottintendendo sempre, voglio attaccarmi alla comune realtà
che una vita così piccola al suo estremo è così vicina agli abbaglianti angeli alati.

Mi fermo, fermo di quello che ho intuito sottintendendo la coscienza attenta,
perché non posso che balbettare senza dir parole comprese da tutti,
non riesco a scrollarmi di dosso giornate su giornate, e fardelli di relazione,
straccetti di carne provata dall'amicizia senza rimedio, e dal sanguinante dolore,

ma la forza che mi è concessa, è eternamente consegnata all'esempio di una creatura
piccola, indifesa, affamata, incostante, incerta, misteriosamente immagine del mondo,
che niente spartisce con il problema dei centri di gravità spostati da quello geometrico
ma chiama all'attenzione muta su cosa davvero mi viene ripetuto subliminalmente quaggiù:

l'amore è complicato perché lo cerco altrove, l'occhio cieco per poter credere all'innocenza,
la mano tremolante quando devo toglierla dalla tasca, l'orecchio sordo alla musica dei pianeti,
il piede traballante perché è incerto e spaventoso cominciare a camminare su alte vette,
il palato secco dal nutrirsi quotidiano dello scorrere di attimi come se fossero gli stessi.

E capisco in un colpo che tutto il mio corpo è lì solo per cambiare e rinnovarsi,
e per modificare il mondo intorno, perché diverso è ora il punto che tutti attrae,
e il magnetismo di quel sorriso è immensamente più potente del contingente,
e mi perdo così in questo mare infinito di pura ed esaltata meraviglia.

P.S. Il testo così piccolo, è voluto: non solo per mantenere le parole nella configurazione di righe originale, così come l'avevo immaginate, ma anche per farvi fare uno sforzo !! Se ci tenete alle piccole cose, beh allora confido nella vostra abilità di "browser zoommer" o di "copiaincollatori" in un editor di testo !!!