giovedì 1 ottobre 2009

UN INVERNO CHE E' GIA' PRIMAVERA !







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"Abbiamo la tendenza a pensare che la vita quotidiana sia diversa dall'attimo decisivo; così, quando arriva il momento di agire, non siamo mai pronti...
Il momento presente è adesso, significa prepararsi costantemente all'imprevisto."


(Yamamoto Tsunetomo, samurai e filosofo giapponese)

" Prepararsi alla vita, è come prepararsi alla morte.....
Non fraintendetemi, non è un pensiero "brutto e cattivo",
come si diceva un tempo al bimbo che faceva capricci:
trovarsi immersi in un'acqua in cui non ti sei mai trovato,
muovere le braccia e il cuore in un ambiente mai visto,
tutto questo accomuna la vita alla morte, la luce all'oscurità.

E se quel giorno pensare a come sarebbe stato andarsene,
equivalse per me a chi sarebbe venuto da un posto sconosciuto,
non c'è che da sorprendersi al cospetto dell'inadeguatezza attuale,
di fronte ad un ignoto che conoscerò solo quando si manifesterà !

In breve, accogliere una vita e metterla per sempre accanto a te,
chiama a responsabilità e a sovvertire ogni piano, ogni prospettiva,
così come lasciarmi nelle mani di chi ha regalato la mia di vita,
è quasi lo stesso che prepararsi a vivere in una dimensione rivoluzionata !

Un inverno che è già primavera....
Un freddo fuori che è già calore ....

Non sono mai stato tanto attaccato alla stagione che più mi intristiva,
l'inverno,
proiettato verso un futuro di primavera che è già ora,
presente;
gioirò, canterò, soffrirò, suderò, stancherò, ma sarà già
primavera. "

venerdì 18 settembre 2009

NON GIORNI, DIVENIRE DI ATTIMI


Ho incollato un faccino ridente a forma di te,
sulla casella vuota di un giorno tra i giorni,
e il sapere come non sarai mi fa ridere in me,
la voglia che avrai è quella che avrò che ritorni,

presto o tardi, più grande come non sei stato mai,
divenire quotidiano di attimi regalati dal tempo,
e anche se un passo indietro, non davanti saprai,
sarò accanto per sempre, il tuo cuore lo sento.

Il giorno che ti scovai, silenzio nel nostro domani,
giusto era lì, centro del mese primo del vino,
e coccolavi dal dentro il focolare degli umani,
puntando al giorno più lungo del nostro rubino.

Scivola la gioia dagli occhi delle lacrime al ventre,
l'abbraccio esteriore il quadro del nostro ardore,
e il frutto dolce di te continua a premere mentre
si ricompone in tre parti il nostro umile amore.

Sarai, vivi, cadrai, cresci, allungherai, gioisci,
fondimi l'anima al solo pensiero delle tue mani,
del tuo incerto e fragile aspetto, dei tuoi capelli lisci,
morbidamente addormentati, oggi sono e Dio domani.